
Parlare di diversità è allo stesso tempo semplice e complesso, soprattutto in adolescenza.
Semplice perchè tutti da adolescenti si sentono un po’ diversi, fuori posto a volte.
Complesso perchè mi chiedo: da quale standard ci si discosta a tal punto da stabilire la conseguente diversità?
Ho scritto qualche riga per i ragazzi sul blog qui: DIVERSITA’
Se c’è il ‘diverso’ è perchè qualcuno ha stabilito uno standard di riferimento. Nello specifico è la società che decide.
Certo, qualche passo avanti è stato fatto ma sono sicura che non basti una pubblicità o una copertina su un giornale a cambiare gli standard del mondo.
Perchè se entrate in un liceo è probabile che il ragazzo di colore o quello che si trucca, la ragazza troppo magra o quella che non veste alla moda vengano ancora presi per il c*** da qualcuno. Forse non in tutte le classi ma fidatevi che da qualche parte succede.
Gli standard sociali sono lenti da modificare. Se parlassimo poi di cancellarli vivremmo un’utopia. L’inclusione è un percorso lento.
In tutto questo ci sono adolescenti che vivono la propria diversità come una sofferenza. Sentirsi diversi genera sempre confusione e dolore.
Poi alcuni di loro, supportati dalla famiglia e da contesti educativi adeguati, riescono a vedere la propria diversità come una risorsa. Questo li aiuta a superare un mondo difficile e complicato.
Altri ragazzi purtroppo non hanno questa forza e l’adeguato sostegno degli adulti. Si ritrovano così a vivere la propria diversità come qualcosa di sbagliato e inaccettabile.

Non possiamo far finta, davanti a un adolescente che soffre, che la gente là fuori sarà sempre comprensiva e inclusiva con la diversità. Gli diremmo una bugia.
Ai ragazzi/e va detto che quello che conta veramente è come ognuno di noi vede la propria diversità. Sono convinta che ogni persona sia nata per emergere in qualche aspetto della vita. Siamo nati per fare la differenza, per lasciare un segno.
Ed è proprio il modo in cui noi ci percepiamo diversi che ci serve per fare la differenza.
Anche se il mondo la fuori è spietato quella diversità può veramente renderci forti, più forti del dolore stesso.
E’ un processo lungo, ne so decisamente qualcosa anche io 🙂
Quando vedo un adolescente che sta male perchè non si sente adeguato/a penso sempre a quali cose straordinarie potrà fare nel suo futuro.
Da Coach è su quelle che mi concentro 😉
Scopri Il coaching per adolescenti: IL PRIMO PASSO
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